L’astronomo statunitense Fred Lawrence Whipple definì le comete come delle grandi palle di neve sporca. Di dimensioni pari a circa 10 km, esse viaggiano nello spazio interplanetario. La stragrande maggioranza delle comete si sono formate agli estremi confini del nostro Sistema Solare, nella regione che oggi prende il nome di nube di Oort. Questa si trova al di là delle 20 mila unità astronomiche, ovvero 20 mila volte la distanza tra la Terra ed il Sole pari a circa 150 milioni di chilometri. A quella distanza il Sole appare come una stella brillante e la temperatura media si aggira intorno a 268 gradi sotto lo zero. In un lontano passato, circa 4.6 miliardi di anni fa, la forza di gravità ha fatto condensare l’acqua ivi presente andando a costituire quelli che sono i nuclei delle comete. A seguito di perturbazioni gravitazionali, questi nuclei cometari iniziano a muoversi e, attratti dal Sole, cadono verso di esso. Quando i nuclei cometari si avvicinano a meno di 800 milioni di km dal Sole, più o meno nei pressi dell’orbita di Giove, il ghiaccio inizia a sublimare trasformandosi in gas. Quest’ultimo sospinto dal vento solare va a creare la bellissima coda che contraddistingue questi corpi celesti. Oltre all’acqua vengono emesse polveri e altri tipi di gas che possono dare alla coda colori differenti (verde, azzurro, bianco).

Il nome delle comete è dato dal loro scopritore. Recentemente la NASA ha lanciato un telescopio spaziale denominato Wide-Field Infrared Survey Explorer o WISE. Questo telescopio, destinato all’osservazione dell’Universo nell’infrarosso è capace di identificare automaticamente comete ed asteroidi ed in particolare quelli che passano vicini al nostro pianeta (Near Earth Object o NEO). Il progetto è stato così battezzato NEOWISE. Nel 2020 il telescopio WISE ha scoperto una cometa denominata C/2020 F3 NEOWISE, la quale mostrò tutto il suo splendore intorno alla metà di luglio dello stesso anno.

DETTAGLI: l’immagine è stata ripresa con una Canon EOS 40D modificata per l’astrofotografia e obiettivo Canon EF 100-400mm f/5.6 L IS USM utilizzato a 250 mm f/5.6. Essa è la somma di 36 scatti, ciascuno esposto 10 secondi a 1600 ISO. Riprese effettuate il 11/07/2020 dal Passo San Marco (BG). Dati tecnici disponibili all’indirizzo https://www.astrotrezzi.it/2020/07/c2020-f3-neowise-11072020/ .

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